ADRIANA POLISENO

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Cosa vuol dire il termine cellulite? 

Non è solo grasso, adipe o buccia d’arancia. 

La cellulite è una patologia del tessuto connettivale definita pannicolopatia. La sua origine è multifattoriale. Infatti trova origine in diverse circostanze, vediamo quali.

Processi infiammatori del tessuto connettivale per stasi di tossine che, non riuscendo ad essere assorbite dal sistema linfatico, con la loro presenza in circolo, creano infiammazioni in più livelli/ sistemi cellulari. Ne vengono  coinvolte anche le cellule del tessuto adiposo, gli adipociti, con un loro rigonfiamento che si manifesterà con inestetismi su  fianchi, glutei e gambe, come ritenzione idrica prima e cellulite e/o adipe, poi. 

La costituzione con le sue specifiche caratteristiche anatomiche, metaboliche, energetiche ed endocrine, può predisporre allo sviluppo della cellulite, così come anche la componente familiare (che è diversa da quella genetica). Nella componente familiare giocano un ruolo importante l’alimentazione e lo stile igienico di vita. 

Squilibri ormonali in particolare gli estrogeni, apportano un cambiamento dello stato plastico, viscoso ed elastico del tessuto fasciale (tessuto che si interfaccia con più sistemi, ormonale, linfatico, muscolare, muscolo-scheletrico, cute, connettivo lasso) con ripercussioni su tutti i sistemi con cui la fascia è interconnessa. 

Disordine alimentare, alimenti grassi, zuccheri, eccessivo consumo di proteine animali possono  sviluppare infiammazione del tessuto connettivale. 

Incidono negativamente sulla situazione anche stipsi e disbiosi intestinale. 

Anche la postura e le tensioni muscolari e fasciali non favoriscono la fluidità della linfa e del circolo venoso. 

L’abbigliamento compresso, soprattutto nelle aree in cui risiedono i gangli linfatici più importanti per l’auto-drenaggio come: zona caviglie/malleolo, poplitea, inguinale, pelvica  e diaframmatica, possono nel tempo favorire stasi linfatiche e cellulite. 

Anche il tabagismo favorisce nel tempo una minore elasticità della parete delle arterie, perché un ridotto  flusso di sangue e ossigeno che fluisce nei tessuti,  può provocare radicali liberi, rigidità della parete dei piccoli vasi e della membrana degli adipociti. 

Stress e affaticamento psico-fisico hanno  una forte incidenza per l’eccessiva produzione di cortisolo,  la quale altera molti meccanismi osmotici e di nutrimento dei tessuti, favorendo l’accumulo di tossine.  

La cellulite subisce anche una sua evoluzione nel tempo passando attraverso tre stadi

Quello edematoso (primo stadio); quello fibroso (secondo stadio) con presenza di noduli che compromettono l’elasticità del tessuto connettivale, fasciale e la fluidità dei fluidi linfatici e venosi. Il terzo stadio è quello sclerotico, in cui la cellulite assume l’aspetto a “materasso”, con un indurimento del tessuto connettivale e conseguenti ripercussioni sulla comunicazione osmotica tra i differenti livelli del tessuto connettivale (superficiale, lasso e profondo).  

Spesso si confonde l’edema linfatico o l’accumulo di adipe con la cellulite. La mia esperienza trentennale mi porta a dire che non sempre in un tessuto connettivale  impregnato di adipe e/o  ritenzione di liquidi si riscontra anche la cellulite. Sicuramente la possono favorire ma non la rappresentano. Pertanto il trattamento della cellulite, a volte, richiede differenti approcci integrati tra di loro e soprattutto molta costanza nel tempo. 

Pensare alla cellulite a Maggio prima dell’esposizione al mare è solo utopia.

Cosa si può fare per attenuarla?

Bisogna tenerla sotto controllo tutto l’anno!

Eseguire periodicamente trattamenti manuali specifici per il tessuto fasciale e connettivale, il solo massaggio drenante o la sola dieta non sono sufficienti. Molte donne, pur essendo sottopeso, hanno cellulite infiltrata al terzo stadio. Sono necessarie  tecniche specifiche di lavoro che abbracciano soprattutto il tessuto connettivale e fasciale, perché essi si interfacciano con il sistema ormonale, linfatico, venoso e muscolare. 

Importante è anche il tipo di attività fisica che si svolge. Non interessa la quantità di attività fisica, ma il movimento indicato per il proprio tessuto muscolare e connettivale. Un connettivo infiammato non va troppo sollecitato con lo stress fisico,  ma con attività che mirano al defaticamento muscolare e alla respirazione . 

A livello strumentale molti risultati si ottengo con le onde sonore, in quanto esse liberano la membrana cellulare da ciò che la comprime. L’onda acustica è un’onda generata da meccanismi che la espandono con una velocità maggiore di quella del suono. I suoi effetti si propagano  dal tessuto fasciale superficiale fino al tessuto adiposo. La  propagazione vibratoria dell’onda sonora dalla cute al sottocute e al tessuto adiposo, induce a risposte sulla permeabilità delle cellule adipose per effetto diretto meccanico. La permeabilità della membrana cellulare porta ad un miglioramento dello scambio osmotico e di comunicazione tra le cellule, con conseguente attivazione  del drenaggio dei grassi. Un altro effetto più secondario, ma altrettanto importante, è quello dello stimolo meccanico che le onde acustiche provocano nei tessuti. Tale stimolo viene trasformato in attività chimica come  conseguenza del maggior flusso di sangue che si produce negli strati tessutali, compreso il tessuto connettivale.  L’attivazione della circolazione linfoematica influenza così le componenti della matrice extracellulare (componente del tessuto connettivale) con conseguente aumento della produzione di collagene e di elastina. 

I suoi risultati spaziano dalla tipologia di cellulite più fibrosa a quella più edematosa o lassa con una durata nel tempo.