Esercizi bioenergetici
Una frase che spesso mi riportano i miei clienti che seguo con le classi di esercizi di bioenergetica:
“Il mio corpo è cambiato, la mia forma è diversa, mi ascolto e mi muovo diversamente”.
Gli esercizi di bioenergetica sono prima di tutto un’esperienza che il partecipante vive con il proprio corpo, e il conduttore con il proprio gruppo. Esperienza il cui significato nella filosofia greca intende il contatto diretto di qualcosa, attraverso la sensibilità, portando una forma di conoscenza reale, è data dall’unione intrinseca di tre aspetti, il corpo in movimento, il respiro come tramite del movimento, la sensazione che ne traggo tra il movimento e l’attivazione del respiro.
Il tutto mi aiuta a comprendere che: “Io sono anche corpo.”
Durante il lavoro corporeo nella conduzione degli esercizi, lo stupore che spesso leggo nei volti dei partecipanti, è scoprire che hanno un corpo che ha bisogno di respirare e di muoversi, un corpo che è la somma di tanti muscoli uniti tra loro e la somma di più aspetti fisiologici insieme, “non pensavo di avere così tanta rigidità – non avevo mai ascoltato così attentamente il mio corpo eppure faccio tanto sport”.
L’esperienza dell’ascolto attraverso il movimento dei vari segmenti corporei, aiuta i recettori sensoriali nella loro capacità di attivazione e di trasporto messaggero tra sistema nervoso periferico e sistema nervoso centrale, a recuperare il loro ruolo di conduttori delle sensazioni tra il fuori ed il dentro del corpo fisico con la conseguenza:
“Non pensavo che muovendo questo muscolo avrei percepito tale sensazione”.
La percezione, passaggio che deriva dalla sensazione, scaturisce dal messaggio della sensazione recettiva e porta i suoi sviluppi sul cambiamento propriocettivo e cioè “io mi sento, sento la mia forma, sento il mio corpo nella sua capacità di movimento e di espressione “.
Sensazione e percezione viaggiano insieme, entrambe sono scaturite dai recettori sensoriali e muscolari, e dallo scambio fisiologico che ne consegue dal ruolo dei recettori. In questo caso i recettori che entrano in campo attraverso il movimento, sono i recettori muscolari che codificano il messaggio neuronale derivato dal Sistema nervoso centrale, in messaggio di azione al movimento. Ma entrano in scena anche i recettori cutanei attivati dalla respirazione che accompagna il movimento, una respirazione profonda che connette nella sua funzionalità di inspiro ed espiro, il movimento spastico muscolare del diaframma, del tessuto connettivale che avvolge il diaframma, delle viscere contenute tra connettivo diaframmatico e diaframma. Movimenti di contrazione e di espansione di un flusso interno prima, ed esterno con il corpo che si muove dopo. Esterno anche perché il connettivo mobilizzato dal respiro è anche quella parte di tessuto che connette muscoli e pelle, è quella parte di tessuto attraversato da nervi che congiungono i recettori cutanei con i recettori muscolari, il sistema nervoso centrale con quello periferico.
La riattivazione propriocettiva prima, e la dinamizzazione di una attività fisiologica stimolata dal respiro e dal movimento, facilita il partecipante nel sentire il suo corpo nella forma, nello spessore, nella tensione e nella possibilità o meno di espressione.
La consapevolezza corporea per prima, insieme alla complicità metabolica tessutale attivata dal processo fisiologico del cambiamento della tensione muscolare in rilascio, del blocco del respiro in fluidità, dal limite del movimento in ampiezza del movimento, saranno i protagonisti del cambiamento cognitivo prima e metabolico dopo, oltre del cambiamento della forma del corpo.
Un corpo che apre la sua forma chiusa contratta, retratta, compressa, inespressiva e bloccata, verso una forma fluida armoniosa con un’espressività del portamento in modo energetico e vitale.